Enterprise Architecture: un’immagine vale più di mille tabelle

Prendo spunto da questa vignetta per parlarvi di una tematica di cui mi sono occupato recentemente.

Lavorando presso i clienti sull’Enterprise Architecture siamo abituati a vedere le persone lavorare con numerosi file Excel o csv, elaborarli in qualche maniera ed estrarne informazioni a loro utili, di solito organizzate in tabelle.

Quando si opta per uno strumento per la gestione delle informazioni di EA grande importanza riveste però la capacità e la varietà delle opzioni di visualizzazione/navigazione/esportazione dei dati (reportistica, dashboard, schede di dettaglio, grafici, ecc.)

In questo ambito, a mio avviso, una visualizzazione particolarmente efficace dei dati è quella sotto forma di grafo, in cui le entità del modello di EA vengono rappresentate come un insieme di nodi connessi tra di loro tramite archi.

Eccone un esempio:

L’informazione all’utente è veicolata tramite:

  • Nodi: rappresentano i singoli oggetti (ad esempio una particolare applicazione, un server, un’unità organizzativa, una persona ecc.).
  • Archi: rappresentano una relazione o dipendenza tra due oggetti.
  • Colori/icone: servono per raggruppare e identificare gli oggetti simili in base ad una certa caratteristica (ad esempio la stessa icona per tutti gli oggetti di tipo applicazione, lo stesso colore per tutti i server di un determinato cluster ecc.).
  • Dimensione: può essere proporzionale al valore di una misura quantitativa associata ad un nodo/arco (ad esempio un nodo applicazione dimensionato in base al numero di processi di business che supporta).
  • Layout: serve per far emergere la topologia della rete (come i nodi sono collegati tra di loro dal punto di vista geometrico). Ne esistono molteplici: ad albero, ad anello, a stella, ecc.

La naturale sinergia tra occhio e cervello riesce immediatamente a generare nuova conoscenza e rispondere a diverse domande: la complessità della rete corrisponde alle aspettative? Esistono nodi con troppe relazioni (possibili “single point of failure”)? Esistono parti della rete isolate dal resto? Il grafo è bilanciato? La topologia è quella attesa?

Un ulteriore valore aggiunto viene dalla capacità di poter interagire attivamente con la rete, ossia:

  • Spostare i nodi sul piano.
  • Visualizzare gli elementi a diversi livelli di zoom.
  • Ottenere informazioni aggiuntive sugli elementi del grafo.
  • Navigare sulla pagina di dettaglio di un elemento.
  • Aggiungere/rimuovere/filtrare gli elementi della rete.
  • Espandere/collassare determinate relazioni (esplorare nuove aree).

Il vero punto di forza rispetto ad una semplice tabella è quello di ottenere una visione d’insieme dei dati sottostanti, abbreviando il tempo di comprensione delle informazioni e agevolando il processo di decision making.

Informatico per passione, ho conseguito la laurea Magistrale all'Università di Bologna in Scienze e Tecnologie Informatiche e, dal 2011 questa passione è diventata anche il mio lavoro. Curioso delle nuove tecnologie e di tutto ciò che è innovazione, anche al di fuori del mondo IT. Avido lettore di romanzi gialli, ciclista nel tempo libero, amante della montagna e della vita fuori città.